
5 cose che quasi sicuramente non sapevi sulle Svalbard
Sei pronto per scoprire alcune curiosità divertenti sulle Isole Svalbard? Sì? Fantastico, perché ne ho cinque da condividere con te!
Ma guarda un po’, sembra che un tempo le Svalbard fossero una sorta di paradiso tropicale! Sì, proprio così, circa 380 milioni di anni fa c’era una foresta lussureggiante e ricca di vita dove oggi ci sono solo ghiacciai. Ebbene sì, gli scienziati hanno scoperto che al posto dei fiocchi di neve e delle temperature polari, c’era una vegetazione tropicale che prosperava alle Svalbard, proprio vicino all’Equatore, poi la deriva dei continenti l’ha fatta scivolare dove si trova ora.
La foresta era composta principalmente da alberi di Lycopodium, che si sono poi trasformati in depositi di carbone milioni di anni dopo. Che strano pensare che un luogo così freddo e isolato un tempo fosse così caldo e accogliente! Le Svalbard furono scoperte da Willem Barentsz nel 1596, durante una spedizione alla ricerca di una rotta per la Cina.
Probabilmente i cacciatori e i pescatori russi Pomors avevano già scoperto l’arcipelago molto tempo prima, ma non ne siamo ancora sicuri. Henry Hudson, un altro esploratore, ha esplorato gran parte delle Svalbard nel 1607, dando nomi a molti luoghi, tra cui il Krossfjorden e il Kongsfjorden (che significa Baia del Re). Tornò indietro solo quando il ghiaccio marino gli impedì di continuare il suo viaggio verso nord.
Quindi, anche se oggi le Svalbard sono famose per il loro clima freddo e inospitale, un tempo erano il luogo perfetto per un bel viaggio tropicale! Chi lo avrebbe mai detto?
Dal 1600 e per i secoli successivi le Svalbard furono meta di balenieri da tutta Europa, venivano a cacciare i trichechi. Ma questi balenieri erano talmente bravi a fare il loro lavoro che rischiarono di estinguere del tutto i poveri animali. Così decisero di puntare alla balena della Groenlandia, la quale per fortuna era molto più numerosa.
Quando arrivarono, ovviamente iniziarono a cacciare non solo le balene, ma anche gli orsi polari e le volpi artiche. Ma poi, verso la fine del 1800, le attività di caccia e pesca diminuirono e le Svalbard divennero un luogo di ricerca scientifica e una meta turistica.
Nel 1900, un gruppetto di norvegesi decise di provare a estrarre il carbone dalle montagne. Ma non avevano abbastanza soldi per farlo. Poi arrivò John Munroe Longyear, un ricco imprenditore americano, e decise di investire nella loro attività.
Così nacque la Arctic Coal Company e la prima miniera, chiamata Amerikanergruva. I minatori costruirono una piccola città intorno alla miniera, che chiamarono Longyear City. Nel corso degli anni, l’attività estrattiva si sviluppò sempre di più e vennero aperte nuove miniere.
Ma poi gli americani se ne andarono e lasciarono tutto ai norvegesi. La città venne rinominata Longyearbyen e i norvegesi continuarono a estrarre il carbone fino agli anni ’90. Oggi l’unica miniera attiva è la numero 7, ma ci sono ancora insediamenti permanenti di estrazione del carbone in altre parti delle Svalbard, come Barentsburg, Grumant, Pyramiden, Svea e Ny-Ålesund.
Era il 1920 quando la Norvegia si appropriò delle Svalbard con il famoso Trattato, che poi entrò in vigore nel 1925, rendendole ufficialmente parte del Regno norvegese. Inizialmente i firmatari furono solo 14 stati, ma ora il club si è allargato a 46. Il trattato ha imposto che le isole fossero demilitarizzate, ha eliminato il loro status di mare liberum, ha rinominato l’arcipelago da Spitsbergen a Svalbard e ha concesso a tutti gli stati firmatari gli stessi diritti commerciali, come la caccia, la pesca e l’estrazione del carbone.
Alle Svalbard arrivò anche la Seconda Guerra Mondiale, l’attività mineraria venne interrotta e le isole furono evacuate completamente nel 1941. Le isole Svalbard richiamarono l’interesse dei tedeschi in quanto si trovano in un punto strategico nel Mar di Barents. Da lassù gli alleati transitavano per portare gli aiuti all’esercito russo a Murmansk.
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