Isole Svalbard: da foresta tropicale a deserto polare è un attimo
Ma guarda un po’, sembra che un tempo le Svalbard fossero una sorta di paradiso tropicale! Sì, proprio così, circa 380 milioni di anni fa c’era una foresta lussureggiante e
Hey, selvatici! Siete pronti a scoprire i segreti nascosti dell’arcipelago delle Azzorre? Leggenda vuole che queste nove isole solitarie, situate a 1300 chilometri di distanza dalle coste del Portogallo, siano in realtà i resti di Atlantide! Ma lasciamo perdere le teorie del complotto e concentriamoci sui fatti.
L’arcipelago è nato dall’attività vulcanica e a partire dal 1400 è stato colonizzato dagli europei. Oggi, le Azzorre sono una meta turistica ambitissima, ma nonostante ciò sono riuscite a mantenere la loro autenticità che le rende così speciali.
Ma, ci sono cose strane e curiose sulle Azzorre che non potete perdervi! Ad esempio, sapete che qui potrete vedere un albero di alloro che ha oltre 350 anni? Oppure che potrete fare il bagno in una piscina naturale di acqua calda, alimentata da una sorgente termale? E che dire di una spiaggia che sembra essere stata trasportata da un altro pianeta, con sabbia nera e rocce vulcaniche?
Ma non finisce qui! Sulle Azzorre si possono trovare anche i famosi “laghi delle sette città”, che cambiano colore a seconda della luce del sole, e persino una città fantasma sommersa, chiamata Vila Franca do Campo!
Insomma, amici, se volete scoprire un’isola che sembra uscita da un libro di fantascienza, le Azzorre sono il posto giusto per voi! E se avete bisogno di altre informazioni su come organizzare il vostro viaggio, non esitate a chiedere!
Ma dai, ci crederesti che in Europa si coltiva il tè? Ebbene sì, sull’isola di São Miguel, l’isola più grande e varia delle Azzorre, c’è una delle pochissime piantagioni di tè presenti nel continente. Non è un’idea nata lì, ma fu introdotta nel XIX secolo e ha trovato il clima perfetto per crescere -mica male, temperature miti e piogge abbondanti tutto l’anno- che gli ha permesso di prosperare. Anche se oggi la sua produzione è limitata, l’isola di São Miguel rimane una perla del tè in Europa. E se vuoi vederlo con i tuoi occhi, segui la famosa “strada del tè”, dove piccole piantagioni si affacciano sull’Oceano Atlantico. Non dimenticare la tua tazza per un assaggio direttamente dalla fonte!
Se invece sei più tipo da caffè stai tranquillo perché qui si possono trovare sia piantagioni di tè che di caffè.
Per gli amanti del caffè, basta saltare sull’isola di São Jorge per scoprire le piccole piantagioni di caffè nelle fajãs della costa sud. Sì, avete capito bene, qui si coltiva caffè addirittura a nord del mondo! Non sono grandi piantagioni, ma sono sufficienti per il consumo locale (ma chi vuole può provare e acquistare in un piccolo bar in zona). E quindi, che aspettate? Prendete la vostra tazza, mettetevi comodi e godetevi un tour delle piantagioni di caffè e tè delle Azzorre!
Su São Miguel, l’isola più grande delle Azzorre, c’è una località chiamata Furnas dove gli abitanti utilizzano il calore del sottosuolo per cucinare uno stufato di carne mozzafiato. Sì, avete capito bene, una vera e propria pentola terrestre! Gli ingredienti vengono inseriti in un pentolone, sigillato e calato in un buco nel terreno, dove cuociono lentamente a una temperatura di 80° (!) per sei/sette ore. Il risultato? Il famoso cozido das Furnas, un piatto prelibato che si può gustare nei ristoranti locali o nelle case private. La domanda ora è: preferite lo stufato sotterraneo o un bel piatto di tè o caffè delle piantagioni dell’isola?
Siete pronti per una discesa all’inferno? O meglio, all’interno di un vulcano non più attivo. Se siete sull’isola di Terceira, non potete perdervi l’Algar do Carvão, dove potrete addentrarvi fino a 100 metri di profondità e ammirare da vicino il cono del vulcano. Ma attenzione, niente eruzioni o lava bollente, solo un sacco di vegetazione alle pareti del cratere. Un effetto molto strano che vi farà sentire come se foste finiti in un altro pianeta.
Quando si guarda l’isola di Pico dalle Azzorre, ci si potrebbe anche imbattere in una forma che ricorda un seno femminile, con tanto di capezzolo rappresentato dal piquinho, il piccolo cono che sporge dalla caldera. Ma non lasciamoci distrarre dalle apparenze, perché il Pico ha molto di più da offrire!
Con i suoi 2351 metri di altezza, il vulcano Pico è la vetta più alta non solo delle Azzorre, ma di tutto il Portogallo. E sebbene non sia l’altitudine più stratosferica del mondo, bisogna considerare un particolare: se misurate dalla base sul fondo dell’oceano, le montagne delle Azzorre sono tra le più alte del pianeta. Quindi il Pico può sicuramente aspirare al titolo di “tetto del mondo” (almeno per quanto riguarda la base oceanica).
Insomma, il Pico è un vulcano che sa farsi notare, sia per la sua forma particolare che per la sua altezza. E per fortuna, non c’è bisogno di avere le doti di un alpinista per ammirarlo: basta godersi la vista dall’isola di Pico o dalle vicine Faial e São Jorge.
Il vino delle Azzorre è come quella vecchia zia che fa il vino in cantina da secoli. Ma non fraintendetemi, non è di quella roba scadente: la produzione di vino qui ha origini antichissime, tanto che persino i frati francescani hanno messo su i primi vigneti quando sbarcarono nell’arcipelago nel XV secolo. E non sto scherzando, pare sia stata una delle prime cose che hanno fatto. Ma forse c’erano meno cose da fare allora, chissà.
All’inizio si produceva vino in tutte le isole, ma poi l’epidemia di fillossera a metà Ottocento ha fatto una gran strage e oggi si coltivano uve da vino solo su alcune isole, tra cui Pico, Terceira e Graciosa.
Ma è soprattutto Pico che fa il bello e il cattivo tempo nella produzione di vini locali. E come se non bastasse, le sue Adegas, ovvero l’insieme di vigne vulcaniche e cantine, sono state dichiarate Patrimonio dell’Unesco. Non male, eh?
La coltivazione del vino a Pico è molto particolare: i locali hanno imparato a coltivare l’uva all’interno di piccole “celle” delimitate da muri di roccia lavica che hanno la doppia funzione di proteggere le viti da vento e schizzi d’acqua del mare, e di accumulare calore durante il giorno per sprigionarlo di notte. Si crea così un microclima ideale per la maturazione. Insomma, qui il vino è un po’ come una vecchia zia che fa il vino in cantina da secoli, ma con una tecnica di coltivazione così avanti da far invidia ai giovani hipster delle città.
Ma guarda un po’! Le famose ortensie delle Azzorre non sono autoctone dell’arcipelago, ma sono state introdotte da chissà chi nel XVII secolo. Eppure, ormai sono diventate così iconiche da non poterne più fare a meno!
E non solo: l’isola di Faial, durante la fioritura delle ortensie, diventa completamente azzurra, tanto che potrebbe tranquillamente chiamarsi “isola ortensia” invece che “isola blu”.
Insomma, le ortensie sono diventate parte integrante dell’identità delle Azzorre, come i vulcani e il cozido! Senza di loro, l’arcipelago perderebbe gran parte del suo fascino e della sua bellezza.
Horta è la città del Peter’s Sport Cafe, un bar dove i marinai di passaggio trovano riparo, cibo e bevande dal lontano 1918. E sebbene ora sia diventato un vero e proprio spot turistico, è ancora il luogo dove si possono gustare i drink migliori di tutta l’arcipelago, soprattutto il gin tonic, che a detta di molti ha un sapore unico.
Perché il Peter’s Sport Cafe è così famoso? Non solo per la sua storia, ma anche per i muri tappezzati di cimeli di viaggiatori di ogni epoca, e per l’atmosfera un po’ retrò che si respira all’interno.
Insomma, se sei un viaggiatore in cerca di avventure, non puoi perderti il Peter’s Sport Cafe: sarà come fare un salto nel passato e sentirti come uno dei marinai che vi hanno fatto tappa nel corso degli anni!
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